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CINEMA, MILANO DA BERE E FILM DI SPESSORE

In un frame storico come questo, nel quale all’immaginario di cinema si associa prepotentemente l’idea di multisala più fast food e centro commerciale, desidero spezzare una lancia, o forse una picca, a favore dello splendido cinema President di Milano centro, largo Augusto 1 per l’esattezza. Una volta al cinema di andava in centro, ed era davvero stellare. In una delle sere della scorsa settimana, ho scoperto dal sito del Corriere che l’unica sala nella quale proiettavano Frost Nixon, era proprio quella che si affaccia a via Verziere. Spettacolo delle 20.10. Ricordavo in lontananza una proiezione dell’ Uomo del giorno dopo,  un Billy Bob Thornton mattatoriale, un film completamente in bianco e nero e le emozioni provate al vedere una pellicola del genere al President. Ma ad anni di distanza il boato è stato lo stesso. Il cinema President è da salvare sempre. Il classico concetto di cinema. Ingresso con scale a scendere, salotto accogliente con stoffe e piastrelle anni settanta, atmosfera suggestiva della Milano più concreta, pubblico elegante se per eleganza si intende un certo modo di fare che ha educato questa città per anni. Illuminazione retrò, profumi di passato, bagni con piastrelle blu e rubinetti da chiudere in senso orario come le nostre case di una volta. Un insieme di emozioni, una serata d’eccezione coronata da uno dei migliori film che ho visto negli ultimi tre anni. Che non a caso si svolge negli anni settanta. Come il colore delle poltroncine e delle tende del cinema. Come la categoria del barista nel servire il caffè. Dunque questi luoghi esistono ancora! Esistono ancora cinema che operano un’intelligente cernita delle pellicole che andranno a proiettare, selezionando con cura i migliori titoli in commercio. Esiste ancora, e lo scrivo con un dolce sorriso tra le labbra, quella Milano che tanto amo, ricca di valori e di eleganza. E allora, finite di leggere queste righe, correte a vederli entrambi. Il cinema President e Frost Nixon. Valgono entrambi il prezzo del biglietto.

Tutte le edizioni precedenti si trovano a questo link

Oggi (l’ho scritto ieri, quindi il 25.02) ricorre un anniversario, non certo di nascita, ne tantomeno di morte, ma semplicemente di una lettera scritta 34 anni fa da uno dei protagonisti, suo malgrado, di una delle pagine più torbide della storia nazionale. Molti di voi l’avranno già letta , tuttavia è giusto soffermarsi ancora una volta a guardarla per ricordarsi del valore del “Senso Civico” (con la maiuscola) troppe volte calpestato in nome del profitto. Come forse qualcuno avrà già capito, sto parlando della lettera scritta da Giorgio Ambrosoli alla moglie Anna il 25.02.1975, prima però è giusto cercare di riassumere in poche righe le vicende che hanno portato questo tranquillo avvocato milanese  ha dare la vita  al servizio dello Stato (sempre con la maiuscola).

Michele Sindona (www.misteriditalia.it)

Michele Sindona (www.misteriditalia.it)

MICHELE SINDONA – per parlare di Ambrosoli non si può non parlare di Michele Sindona, come per raccontare la morte di Sherlock Holmes non si può non dire chi era il dott. Moriarty. Sindona era un banchiere siciliano venuto alla ribalta per i successi delle sue operazioni finanziarie degli anni 60-70, aveva fondato diverse banche e finanziarie tra le quali,le più importanti erano, in Italia, la Banca Privata Finanziaria e la Franklin Bank negli Stati Uniti. Tuttavia gli eccezionali risultati di Sindona nascondevano operazioni poco limpide che coinvolgevano diversi personaggi, dalla mafia siciliana ai cardinali dello IOR (la banca vaticana), passando per il Banco Ambrosiano di Roberto Calvi e la loggia massonica P2, cui il banchiere era affiliato.

LA STORIA CONTINUA – Fin dal 1971 Sindona era stato oggetto di controlli e indagini che portarono, nonostante le sue pressioni politiche, a scoprire una delle più clamorose bancarotte della storia che coinvolse, seppur in tempi diversi, tutte le sue banche , comprese quelle d’oltreoceano. Per sfuggire alla giustizia Sindona arrivò persino a simulare il proprio sequestro, facendosi anche sparare in una gamba da un medico legato alla mafia italo-americana per rendere più credibile la sua storia. Le sue attività furono quindi commissariate per essere poi liquidate.

avv. Giorgio Ambrosoli

avv. Giorgio Ambrosoli

GIORGIO AMBROSOLI – Ed arriviamo così all’ avv. Ambrosoli, professionista esperto di questioni tributarie, che aveva già fatto parte del pool di liquidatori di un’altra piccola finanziaria fallita poco prima. ma, al contrario della precedente esperienza,  questa volta fu nominato commisario liquidatore unico, col compito di far luce su tutte le attività della Banca Privata Finanziaria. Siamo nel 1974 e da qui Ambrosoli inizia a ricevere tentativi di corruzione, prima, e minacce, in seguito, col fine di nascondere certe operazioni di Sindona ed alleggerire con perizie favorevoli la sua posizione nei processi.

In questo contesto vengono scritte queste righe alla moglie Anna :

Anna carissima, è il 25.2.1975 e sono pronto per il deposito dello stato passivo della B.P.I. (Banca Privata Italiana n.d. r.) atto che ovviamente non soddisfarà molti e che è costato una bella fatica.

Non ho timori per me perché non vedo possibili altro che pressioni per farmi sostituire, ma è certo che faccende alla Verzotto e il fatto stesso di dover trattare con gente dì ogni colore e risma non tranquillizza affatto. E’ indubbio che, in ogni caso, pagherò a molto caro prezzo l’incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un’occasione unica di fare qualcosa per il paese.

Ricordi i giorni dell’Umi (Unione Monarchica Italiana n.d.r.) , le speranze mai realizzate di far politica per il paese e non per i partiti: ebbene, a quarant’anni, di colpo, ho fatto politica e in nome dello Stato e non per un partito. Con l’incarico, ho avuto in mano un potere enorme e discrezionale al massimo ed ho sempre operato – ne ho la piena coscienza – solo nell’interesse del paese, creandomi ovviamente solo nemici perché tutti quelli che hanno per mio merito avuto quanto loro spettava non sono certo riconoscenti perché credono di aver avuto solo quello che a loro spettava: ed hanno ragione, anche se, non fossi stato io, avrebbero recuperato i loro averi parecchi mesi dopo.

I nemici comunque non aiutano, e cercheranno in ogni modo di farmi scivolare su qualche fesseria, e purtroppo, quando devi firmare centinaia di lettere al giorno, puoi anche firmare fesserie. Qualunque cosa succeda, comunque, tu sai che cosa devi fare e sono certo saprai fare benissimo. Dovrai tu allevare i ragazzi e crescerli nel rispetto di quei valori nei quali noi abbiamo creduto [… ] Abbiano coscienza dei loro doveri verso se stessi, verso la famiglia nel senso trascendente che io ho, verso il paese, si chiami Italia o si chiami Europa.

Riuscirai benissimo, ne sono certo, perché sei molto brava e perché i ragazzi sono uno meglio dell’altro [… ]

Sarà per te una vita dura, ma sei una ragazza talmente brava che te la caverai sempre e farai come sempre il tuo dovere costi quello che costi.[…]

Quattro anni dopo, la sera dell’ 11 luglio 1979 Giorgio Ambrosoli venne avvicinato da William J. Aricò, sicario italo-americano, che dopo essersi scusato, lo uccise a colpi di pistola. Per quest’omicidio, e per il fallimento della BPI, Michele Sindona verrà condannato all’ergastolo, due giorni dopo sarà trovato morto in una cella d’isolamento a causa di un caffè avvelenato, ma questa è un’altra storia (come direbbe Lucarelli).

Per approfondire: Blu Notte – Il caso Michele Sindona

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Grande novità de il Pamphlet, oggi s’inaugura una nuova rubrica quindicinale dedicata a Milano e curata da una vecchia conoscenza della rete (e non solo):  MDJ+, già  cantante, commentatore sportivo e scrittore con 3 titoli pubblicati all’attivo:  Beograd BBoyz (2000 – Castelvecchi ed.), Spregiudicati ed EX (2004 – 2005 – Arcipelago edizioni), d’ ora in avanti vestirà i panni del reporter metropolitano per raccontare la sua Milano e la gente che ci vive.

FINAZZER FLORY ROCK ON

Apriamo la nostra cara e nuova rubrica con un sorridente plauso nei confronti di Massimiliano Finazzer Flory, il nuovo assessore alla cultura del comune di Milano.Penso che Milano abbia, dopo svariate stagioni, finalmente un assessore alla cultura degno del titolo che porta. Parliamo ovviamente liberi da quella che può essere la bandiera politica che quest’ultimo porta (io stesso sinceramente ignoro la sua appartenenza a chissà quale coalizione), premiamo i fatti.
Occhi di ghiaccio (così è stato definito dal sito del corriere ) è da poco rappresentante alla cultura milanese a palazzo Marino, ma già, in poco tempo, è riuscito a sottolineare la sua propensione e la sua voglia di lottare per il riconoscimento dell’alto valore culturale della nostra cara Capitale Morale.
Il 2009 festeggia il secolo del movimento futurista, fenomeno di risonanza europea nato a Milano, e la città sta festeggiando con mostre ed eventi inaspettati il centenario di questo straordinario modo di intendere la cultura.
In occasione della “rissa futurista” organizzata per la presentazione della mostra a Palazzo Reale, il nostro ha difeso a spada tratta gli attori che, infastiditi dalla polizia municipale, si esibivano in galleria Vittorio Emanuele (Qui la notizia). Dunque era in strada, tra la gente, a difendere la cultura. E ciò, per un amante dei generali che combattono in prima linea come il sottoscritto, è già di per sè una medaglia da appendere al paltò.
Questo piccolo antipasto ci rende sicuri di un fatto certo: il nostro caro assessore crede davvero nella maglia con la quale gioca questo arduo campionato. E ci crede con passione. Ma le affermazioni che mi portano a organizzare una piccola hola di benvenuto nei suoi confronti riguardano i fatti che lo legano alle  ultime esternazioni riguardo a Milano.
In occasione dell’apertura della settimana della moda, Finazzer Flory ha affermato in poche parole che il mondo del quadrilatero non sta aiutando davvero la città nel suo difficile cammino ma, anzi, in alcuni casi, ne prende il meglio senza donare nessun contraccambio.
E, signori, non siamo tutti d’accordo col fatto che ultimamente è solo per la moda che Milano viene citata? Quando invece, nel sottosuolo dell’afasia di cronaca, ci sono cento e cento realtà che tutti i giorni combattono con lo spirito della Milano che lavora che andrebbero sottolineate e, soprattutto, citate e premiate?
In fondo Milano è stata fatta grande dai piccoli. dagli sforzi dei castagnari, operai, immigrati e grandi lavoratori.
Da giornalisti dimenticati, dai tramvieri coraggiosi, da poeti non riconosciuti, da pittori che ancora tracciano su tele di neve le linee dei sogni.
E dunque, con tutto il rispetto e la stima per i grandi imprenditori di linee tessili e tagli innovativi, sono felice di avere, in città, un assessore alla cultura che non si spegne al canto delle chimere ma che invece continua il lungo cammino della città con semplicità e purezza.

MDJ+

Di seguito l’intervista realizzata da c6.tv

Tutte le edizioni precedenti si trovano a questo link

Ignoranza

SULL’ ONDA delle EMOZIONI – Non passa giorno che i media non si occupino di internet, o meglio dello squallore della rete, dipinta come un coacervo di sesso, bullismo, terroristi e fanatici. Come la recente storia d’Italia ci insegna, ad un primo periodo di  furore mediatico, segue inevitabilmente il tempo del delirio legislativo, nel quale tutto è permesso pur di venire incontro all’ animo popolare destato dalle polemiche televisivo-parlamentari.

L’ EMENDAMENTO – Arriviamo così all’emendamento del Sen. D’Alia (UDC) che in nome del più gretto populismo (nel migliore dei casi, nel peggiore a fini censori) decide di calpestare i fondamenti della Democrazia liberale. Il nostro parlamentare chiede infatti che sia dato potere al Ministro dell’ interno di oscurare quei siti che riportino contenuti oggetto di indagine per apologia di reato. Certo, se si pensa a siti che inneggiano al terrorismo o alle pagine di Facebook nelle quali si loda Totò Riina, tutto ciò può anche apparire sensato. Ma già oggi il PM può chiedere al giudice (e non al Ministro) l’autorizzazione a oscurare eventuali siti in cui si commettano reati (pensate ai siti truffaldini o a quelli pedoponografici) compresa quindi anche l’istigazione a delinquere o l’apologia di reato.

L’ IGNORANZA – Qui la vera ignoranza legislativa, il Senatore propone, in barba alla divisione dei poteri, che il governo (potere esecutivo) prenda delle decisioni che sono di competenza di quello giudiziario (i giudici), e ciò è anche più grave in considerazione del fatto che la materia oggetto del “giudizio ministeriale” è strettamente legata alla libertà di espressione (art. 21 della costituzione).  Con questa legge basterà una denuncia perchè il ministro possa decidere, a sua discrezione, di oscurare un sito, negando oltretutto quelle “garanzie” tanto care alla destra garantista.

QUI il testo integrale dell’emendamento

Di seguito l’intervista rilasciata dal Sen. D’Alia a A. Gilioli

P.S. : Le pagine di Facebook inneggianti alla mafia devono ricevere ovviamente una dura condanna da parte della politica ma sarebbe giusto anche, prima di prendersela con quattro cretini e i loro “interessi” telematici, cercare quantomeno di allontanare i colpevoli di favoreggiamento a Cosa Nostra dal Parlamento, come l’ On. Cuffaro vicepresidente del partito di cui D’Alia fa parte.

Mentre i giornalisti italiani stavano a Udine per il circo della morte un  loro collega americano della CNBC (noto network d’informazione economica) incontrava a Davos il Ministro Tremonti per parlare con lui di macro economia ma anche di questioni economiche interne. Pare anche, a detta del giornalista, che il ministro se la stesse cavando bene di fronte alle domanda incalzanti, ma appena sentito pronunciare il nome Unicredit: “the gentleman was off“, per usare la stessa espressione del cronista statunitense. Ovviamente i media nostrani non si sono accorti di nulla, impegnati tra le valli Friulane e le esternazioni di Silvio che vede la “separazione dei poteri”, non come massima espressione delle democrazie liberali, ma  come “bolscevica“. Eppure poteva essere interessante sapere come la pensa Tremonti sui finanziamenti pubblici alle banche, pazienza aspetteremo il prossimo giornalista straniero.

Libertà fondamentali

Perdonatemi l’assenza prolungata ma per scrivere cose che siano un minimo sensate bisogna informarsi e cercare notizie e dati per poter sostenere le proprie tesi, tutte cose che richiedono tempo, tempo che non sempre si ha a disposizione. Detto questo,  oggi parliamo della proposta di legge sul testamento biologico, cercando di fare un po’ di chiarezza sulle leggi attualmente in vigore e sulle conseguenze delle modifiche al vaglio del parlamento.

biotestPREMESSA – Allo stato attuale delle cose, considerata la legge 145/01, quella che, per intenderci, recepisce la convenzione di Oviedo (per maggiori informazioni vedi il post), e tenuto conto soprattutto della nostra Costituzione, chiunque può scrivere le proprie volontà e, nel caso si dovesse trovare in un futuro  nelle condizioni di non poter decidere autonomamente sulla sua salute,  i medici saranno costretti ad assecondarle. Per fare qualche esempio si potrebbe scrivere che, in caso di coma irreversibile, non si voglia essere mantenuti in vita, o al contrario si potrebbe anche chiedere di essere rianimati  in qualunque caso e a qualunque costo, oppure, se ci si dovesse trovare in stato vegetativo, che venga interrotta l’alimentazione dopo un certo numero di anni, ma anche subito o mai, insomma si è completamente liberi di decidere sulla propria salute come meglio si crede, in particolare  si ha il  diritto di ricevere qualunque “trattamento medico” come anche di rifiutarlo.

VUOTO LEGISLATIVO – Questo diritto di scelta individuale, che  a molti è noto come Libertà, viene definito da altri “vuoto legislativo” che deve essere colmato con una legge che dia allo stato il potere di scelta sulla salute del cittadino. E non stiamo parlando di eutanasia, bisogna porre una netta distinzione tra il rifiuto di un trattamento medico e la morte indotta artificialmente ad un malato terminale, quest’ ultima è già vietata dalla legge italiana  (artt. 579 e 580 cp) ed è punita come omicidio, da questo sono quindi ovviamente esclusi quei medici che interrompono un trattamento su esplicita richiesta del malato o del suo tutore.

LA PROPOSTA CALABRO’ – La legge è molto lunga e riportarla tutta sarebbe impossibile  ( ma la trovate a questo link ), cercherò di selzionare gli articoli più importanti ai fini del dibattito:

  • Art 2
  • 1 – Ogni forma di eutanasia, anche attraverso condotte omissive, e ogni forma di assistenza o di aiuto al suicidio sono vietate ai sensi degli articoli 575, 579, 580 del codice penale. (omicidio, omicidio di consenziente ed istigazione al suicidio. NdA)
  • 2- L’attività medica, in quanto esclusivamente finalizzata alla tutela della vita e della salute, nonché all’alleviamento della sofferenza non può in nessun caso essere orientata al prodursi o consentirsi della morte del paziente, attraverso la non attivazione o disattivazione di trattamenti sanitari ordinari e proporzionati alla salvaguardia della sua vita o della sua salute, da cui in scienza e coscienza si possa fondatamente attendere un beneficio per il paziente.

In questo articolo si introduce un nuovo concetto che nessun’altro paese può vantare: “l’ eutanasia omissiva”. Siccome il termine eutanasia ha un significato ben preciso (ed era comunque già vietata) hanno inventato la versione omissiva, che poi è sinonimo di morte naturale: il mio corpo non riesce più a svolgere una funzione vitale (respirare, mangiare,bere) se non intervengo clinicamente soppraggiungerà la morte. Eutanasia è invece quando si decide di non aspettare la morte che sta per giungere e si pone fine artificialmente alle sofferenze del malato.

L’Art. 3 sancisce il divieto di accanimento terapeutico, anche se era già vietato dal codice deontologico dei medici e dalla legge 145/01 e, in ogni caso, dovrebbe essere il paziente a stabilire quale sia  la propria soglia di accanimento terapeutico, dopo, ovviamente, essere stato informato sui costi e benefici del trattamento o della sua eventuale rinuncia, così da poter esprimere quello che viene sancito nell’art.4 come “consenso informato”

DAT – Arriviamo agli articoli che trattano del testamento biologico vero e proprio o, come lo definisce la legge, DAT (Dichiarazioni Anticipate di Trattamento).

  • Art. 5
  • 1 – Nella Dichiarazione Anticipata di Trattamento il dichiarante esprime il proprio orientamento in merito ai trattamenti sanitari e di fine vita in previsione di una eventuale futura perdita della propria capacità di intendere e di volere
  • 5 – Nella DAT il soggetto non può inserire indicazioni finalizzate all’eutanasia attiva o omissiva.
  • 6 – Alimentazione ed idratazione, nelle diverse forme in cui la scienza e la tecnica possono fornirle al paziente, sono forme di sostegno vitale e fisiologicamente finalizzate ad alleviare le sofferenze e non possono formare oggetto di Dichiarazione Anticipata di Trattamento.

Per dirla in parole povere vivremo in uno stato in cui, se si è coscienti, si sarà liberi di morire per essersi rifiutati di farsi amputare un arto, ma si dovrà essere alimentati vita natural durante per legge, anche contro le proprie volontà, se riconosciuti non più capaci di intedere e di volere.

  • Art. 6 Forma e Durata della DAT
  • 1 .Le Dichiarazioni Anticipate di trattamento (DAT) non sono obbligatorie né vincolanti, sono redatte in forma scritta con atto avente data certa e firma del soggetto interessato maggiorenne, in piena capacità di intendere e di volere dopo una compiuta e puntuale informazione medico clinica, e sono raccolte esclusivamente da un notaio a titolo gratuito. Alla redazione della dichiarazione interviene un medico abilitato all’esercizio della professione che sottoscrive la Dichiarazione Anticipata di Trattamento.
  • 4. Salvo che il soggetto sia divenuto incapace, la Dichiarazione ha validità di tre anni, termine oltre il quale perde ogni efficacia. La DAT può essere indefinitivamente rinnovata, con la forma prescritta nei commi precedenti.

Per scongiurare il rischio che qualcuno possa decidere da sè sulla propria salute le DAT dovranno essere scritte congiuntamente con un medico e sottoscritte davanti ad un notaio a titolo gratuito (resta da capire se i notai siano disposti a lavorare gratis) e dovrà essere rinnovata ogni tre anni con le stesse modalità (quindi di nuovo con medico e notaio). Qualora infine uno dovesse riuscire (non sia mai) nell’impresa, il DAT sottoscritto non sarà comunque vincolante per i sanitari che dovranno decidere le sorti della nostra vita.

LIBERTA’ – Consoliamoci sapendo che si tratta di una legge (l’ennesima) palesemente incostituzionale che lede i diritti e le libertà fondamentali dei singoli e che verrà  annullata (prima o poi) dalla corte costituzionale.  Che altro dire? Per essere gente che si spaccia per liberale e che si fa chiamare popolo delle “libertà”, non c’è male, complimenti!

Su questa tematica vi segnalo un’ intervista a la prof. Muscaritoli presidente della Sinpe (società italiana di nutrizione e metabolismo ) realizzata da Simone Luciani per Econews. Ascolta l’intervista

Videoteca etica

Oggi vi propongo un post scritto da un lettore, oltre che amico, che ha deciso di contribuire a questo blog. Chiunque volesse dire la sua su argomenti di attualità, ma non solo, può inviarli all’indiriizo e-mail alla pagina “About“.

Leggo sulle pagine del Corriere di oggi le parole indignate del ministro Gasparri per il terzo attore nel cast di Gomorra arrestato perchè camorrista anche nella vita reale. Potrei dilungarmi su riflessioni che accennerò solamente e che mi porterebbero sicuramente fuori tema, ma meriterebbero sicuramente qualche articolo di approfondimento. Robert De Niro per interpretare un autista non guida forse un autobus per due anni? Le scuole di pensiero sui metodi di recitazione sono tantissime, l’ho letto in un’intervista a Mastandrea.

Vogliamo forse parlare di questa crisi, della trasformazione dell’Italia nella patria del precariato selvaggio? Ho venticinque anni e sono cresciuto con la consapevolezza che pur pagando la pensione ai miei e ai vostri genitori, non ne avrò mai una; che per mantenere i miei figli, se mai potrò permettermi questo lusso, dovrò fare due,tre, quattro lavori, e chissà quanti di questi in nero.Poveri camorristi, sono tempi duri anche per loro, devono arrotondare con un lavoro onesto, verrebbe da dire.

gaspMa la responsabilità non è solo dei camorristi se il nostro Paese è una barzelletta di cattivo gusto. Il motivo per cui esiste la camorra è che esiste gente che la camorra continua a ingrassarla quotidianamente e nelle forme più disparate. Il Ministro Gasparri si augura che neanche un centesimo dei suoi soldi spesi per comprare il dvd di Gomorra sia andato nelle casse della camorra tramite l’ufficio produzione del film.

Che bel pensiero. Italiani: combattenti di terra, di mare e dell’aria, prendete esempio da lui e non pensiate assolutamente che una fetta più che consistente degli introiti che permettono alla camorra di imperare siano dovuti al business del proibizionismo delle droghe. Non crediate che quella metà di parlamentari risultati positivi ai test narcologici delle Iene abbia dato soldi alla camorra. La loro cocaina era legale. Non parlate mai di collusioni tra mafie e caste parlamentari bipartisan, nella vostra indignazione dimenticatevi di appalti, tangenti, racket, e prostituzione . Inalate polvere bianca dalle vostre custodie, e incolpate i cd al loro interno.

Giovanni Mastroeni

giovannimastroeni@gmail.com

Neve

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Due giorni di intense nevicate  hanno paralizzato Milano, creando certamente disagi ma dando al contempo una veste surreale alla città che, seppur nel caos, pareva perfetta, immacolata. La neve è riuscita anche a destare moti di altruismo e cooperazione sopiti dalla frenesia moderna, ma anche l’ animo fanciullesco di chi fanciullo non lo è più. Per le strade si vedevano condòmini aiutarsi per liberare cortili e posteggi e  persone di ogni età muovere alla volta dei parchi cittadini per riscoprire il piacere di giocare con i figli o praticare sport, come sci di fondo o snowboard, notoriamente poco diffusi in città. Per una volta voglio lasciare da parte la politica, con le sue polemiche, per dare spazio alle sensazioni che si provano di fronte alla alla quiete del manto nevoso che copre le, tante, imperfezioni prodotte dalla “civltà” .

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Buon Senso

….”Dopo averle allontanate dalla strada ora vogliamo colpire anche le prostitute, e sono molte, che esercitano in casa“. L’ordinanza, precisa, andrà a sanzionare chi crea disturbo nei condomini. Il sindaco di Verona (Flavio Tosi)  non ha voluto specificare l’entità della multa che sarà inflitta ai trasgressori, sottolineando che si interverrà su segnalazione degli stessi condomini

Così l’ANSA rende pubbliche le proposte del Sindaco leghista Tosi per combattere il fenomeno della prostituzione. Il primo cittadino veronese, bisogna dirlo, non è nuovo a questo tipo di azioni, soprattutto da quando il governo  a concesso ai municipi i c.d. “poteri speciali” per garantire la sicurezza e il decoro urbano. Da allora, i sindaci, Tosi in testa, si sono prodigati nell’emettere ordinanze, talvolta “singolari”, come quella che vieta di accostare il veicolo per contrattare prestazioni sessuali, o altre dal sapore vagamente fascista, come quella che ha interessato i cittadini di Novara che da agosto non possono più stazionare nei parchi pubblici in più di due persone durante le ore notturne.

Sarà interessante capire come il Sindaco Tosi pensa di poter applicare l’ordinanza in questione e come pensa di provare le violazioni eventualmente commesse. Proviamo ad immaginare i vigili scaligeri che ricevono segnalazione di un certo appartamento dove si eserciterebbe la professione di cui sopra: subito accorrerebbero sul luogo per poter verificare la veridicità della denuncia. Escludendo di poter fare intercettazioni e filmati privati, non trattandosi di reati ma solo di illeciti, busserebbero alla porta domandando gentilmente, a chi verrà ad aprire, se conferma di essere una meretrice. Oppure si metterebbero in appostamento per monitorare l’andirivieni dei clienti, o presunti tali, cercando di distinguere questi dai residenti, magari ne fermererebbero anche qualcuno, quelli con la faccia tipica di chi cerca certi servizi, per domandare se ha pagato prestazioni sessuali nell’ultimo quarto d’ora o, nel caso invece stia entrando, se ha intenzione di farlo. E’ bene ricordare in questi casi la frase che lo stesso Tosi disse a proposito delle ordinanze comunali in materia di sicurezza:

“…In uno Stato normale i sindaci dovrebbero poter intervenire sull’ordine pubblico….la mia non è politica, è solo buon senso.” (per fortuna!)

Pagelle di fine anno

AL LETTORE – L’ anno è quasi finito, è tempo di tirare le somme e anch’io, nel mio piccolo, ho voluto creare una pagella dei 5 pricipali esponenti dei vari partiti presenti in Parlamento, che però non pretende di essere una seria analisi politica, ma al contrario un personale, ironico ed arbitrario commento alle capacità governative, politiche ed umane dei nostri politici. Se non siete d’accordo o volete aggiungere qualcosa potete stilare una vostra personale classifica e proporla a tutti. I voti sono in decimi.

cornaBERLUSCONI : A fine dell’anno scorso lo davano per politicamente morto, Fini diceva di “sentirsi le mani libere sulla giustizia”. Poi inaspettatamente riesce ad instaurare un dialogo sulle riforme con Veltroni, che abbandona prontamente una volta caduto il governo Prodi. Riesce a farsi eleggere ed in due mesi risolve (a modo suo) le crisi Alitalia e rifiuti, approva un paio di leggi per sè e per i suoi amici,evita, in modo molto cinico, la questione morale, scivola solo sulla riforma della scuola (che infatti non viene più molto pubblicizzata). pertanto: 9 per le doti di comunicatore, -6 per la capacità di governo, più 2 per l’ “abbronzato” ad Obama ed il “cucù” alla Merkel e -3 per gli stessi motivi  ed infine 2 per l’incredibile capacità di cadere sempre in piedi. Totale 4

veltroniVELTRONI : Anno difficile il suo: prima si fa prendere per il naso da Berlusconi, illudendosi che questi avrebbe accettato un governo tecnico per le riforme anzichè il ricorso alle urne (ed infatti puntualmente ad Aprile si è andati a votare). E’ costretto a dire sempre tutto e il contrario di tutto per cercare di accontentare le varie anime del PD, ispira quasi compassione vederlo districarsi nella questione morale senza potervi porre rimedio, se non attaccando direttamente le maggiori figure del suo partito, come D’Alema. Quindi 7 per l’impegno ma -3 per la mancanza di carisma, che pure sarebbe necessaria per il cambiamento radicale di cui necessita il partito, -2 per l’ ingenuità nel credere sempre a Silvio, più 1 perchè in fondo lui è lì soltanto di facciata, solo perchè i compagni (D’Alema, Rutelli, Amato, Prodi) non erano più presentabili a candidarsi per il governo del paese.  totale 3

bossiBOSSI: intramontabile, il miglior politico (per capacità non per contenuti) che ci sia in Italia. Riesce a tenere insieme un partito, che di per sè non avrebbe molto senso di esistere,  solamente sui temi di federalismo ed immigrazione, evolutisi dagli originali: secessione e antimeridionalismo.  Moderno Don Chisciotte, è riuscito a convincere tutta la Mancia della necessità di combattere i mulini a vento. Rimane comunque l’unico capace di tenere le redini del Cavaliere, riuscendo a frenarlo nei suoi momenti di euforia (come quando in questi giorni auspicava una riforma presindenzialista). Per farla breve: 9 per la passione che ci mette, -6 per il razzismo, -2 per la coerenza verso la questione di tangentopoli (quelli che tirarono le monete a Craxi erano della Lega e MSI) e più 5 per essere capace di limitare l’ego di Berlusconi. Totale 6 ( più un 7 di incoraggiamento a Renzo: Andrà meglio l’anno prossimo)

dipietro-trattoreDI PIETRO: Uomo d’azione, politicamente scarso, se la cava sui principi anche se non sempre riesce ad esprimerli comprensibilmente. Si salva in corner sulla questione morale che ha investito il suo partito, anche se la dichiarazione: “se questo dovesse essere un fatto penalmente rilevante dovremmo mettere il recinto intorno a tutto il Paese” se la sarebbe potuta risparmiare, visto anche come ha sempre difeso la necessità di trasparenza nelle pubbliche amministrazioni. alla fine: 3 per la coerenza dopo la pubblicazione delle intercettazioni, -1 per la frase sopra citata, più 7 per il valore delle idee ed infine – 2,5 da parte dell’Accademia della Crusca. totale 6,5 con riserva in base ai provvedimenti che prenderà il partito per le questioni di questi giorni.

casinisigaroCASINI: Rimasto solo dopo il dietro-front di Fini, non riesce a trovare una collocazione tra gli schieramenti e si limita a chiedere moderazione e dialogo per le riforme, raramente prende posizioni nette, se non nelle questioni strettamente legate alla morale cattolica. Diverse le defezioni tra gli esponenti del suo partito, anche a livello locale, che hanno preferito trasferirsi verso il PdL. Pertanto: 7 per il tentativo di proporsi come forza di centro alternativa, – 3 perchè non ce n’era proprio bisogno, -1 per Cuffaro, -1 per la convivenza che pare poco coerente col valore di famiglia tanto promosso. Totale 2

17 anni di sprechi.

Figura 1

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ALTA VELOCITA’ – TAV parola che in Italia evoca sentimenti antitetici, dall’orgoglio per un’opera che ha pochi eguali all’estero, alla rabbia dei pendolari costretti a viaggiare in condizioni inumane. Non voglio entrare nel merito della discussione sull’effettiva necessità del progetto, ma certo è che, seppur la nuova linea AV\AC (alta velocità – alta capacità) rappresenta una grande innovazione per le infrastrutture nazionali (e non solo), ha anche comportato un imponente investimento economico per tutti i contribuenti. La stessa RFI, società che ha in carico dal 2003 la gestione della realizzazione dell’opera, nel 2006 pubblicò una relazione in cui analizzava i costi, e le rispettive cause, in relazione anche ad altre linee veloci europee (Francia e Spagna)

Figura 2

Figura 2 click per ingrandire

L’ INIZIO – Nel 1991 prende il via, con la costituzione della società TAV SpA, il progetto che avrebbe portato l’Italia nel futuro e con esso la folle crescita dei suoi costi che nel 1992 erano stimati,a parità di potere di acquisto, in 15,5 milioni di Euro\Km e che nel 2006 hanno toccato quota 32 milioni, in confronto ai 9-10  spesi da Francia e Spagna (figure 1 e 2). La relazione individua cinque cause principali a motivazione del divario di costo: quattro legate al territorio o alle specifiche tecniche dell’opera e una frutto di una legge, ereditata dai governi Andreotti VI e VII, nota come convenzione TAV GC 1991.

Figura 3

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I GC: IRI, ENI e FIAT – La convenzione dava facoltà a TAV SpA di concedere, senza alcuna gara pubblica, ad alcuni General Contractors la gestione ed il controllo della realizzazione dell’opera. Questi “contraenti generali” vennero indicati in società facenti capo ad IRI, ENI e FIAT che si impeganarono a realizzare la nuova linea ad un costo fissato dallo stato, senza che vi fossero però penali da pagare in caso di sforamento del budget. Per dirla in parole povere, le società GC non erano tenute a rispettare il prezzo concordato inizialmente, oltretutto forfettario e non frutto di una gara di appalto. A tal proposito è interessante leggere la relazione della autorità per la vigilanza sui contratti pubblici del 15.07.2008, cito:

Prendendo atto dell’impossibilità di TAV SpA di recedere il contratto a seguito di definizione di un prezzo forfettario notevolmente superiore a quello indicato nelle convenzioni originarie, in quanto ipotesi non contemplata da dette convenzioni, si conferma tuttavia che, con gli atti integrativi, sono stati di fatto affidati ai GC contratti di ben maggiore importo……..Tali atti…hanno significativamente ampliato, in un momento in cui risultavano applicabili le direttive comunitarie in materia, gli effetti dell’assenza di concorrenza già presente nel contratto originario.

Figura 4

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CONCORRENZA in EUROPA – Infatti nel 1993 era entrata in vigore una legge europea che stabiliva le norme sulle modalità di assegnazione delle opere pubbliche, e che sanciva l’ illegittimità  di contratti come quello TAV-GC. Se i GC non potevano rescindere il contratto, quantomeno si sarebbe dovuto evitare di assegnargli nuove commissioni, facendole oltre tutto figurare come semplici modifiche agli accordi iniziali, in barba a qualunque norma sulla libera concorrenza. Bisognerà aspettare il 2004, quando la Corte Europea (bontà sua) aprirà un procedura di infrazione nei nostri confronti, costringendo TAV SpA ad appaltare a terzi privati almeno il 60% delle opere per la  linea Genova Venezia, i cui primi tratti (Treviglio-Pioltello e Padova Mestre), completati a tempo di record,  risulteranna sensibilmente meno costosi (vedi figure 3 e 5).

Figura 5

Figura 5 click per ingrandire

CONTRO GLI SPRECHI – Arriviamo così al 2007 quando il parlamento, finalmente, approva la legge 40/2007 che dà facoltà a TAV SpA di rescindere i contratti del 1991 con i GC e affidare le opere rimanenti a privati mediante gara d’appalto, così da risolvere definitivamente questi accordi vergognosi. Ma la questione non è ancora finita, a seguito delle proteste dei GC , nelle estate 2008, il parlamento ha approvato la famigerata legge 133 che all’ art. 12 prevede che i contratti stipulati da TAV SpA  nel 1991  coi GC continuino con RFI SpA (che dal 2003 ha preso il posto di TAV), vanificando di fatto la precedente norma. Fortunatamente però, come fa notare anche l’autorità di vigilanza, questa legge non può disattendere gli accordi europei già stipulati, pertanto almeno il 60% delle opere dovrà, in ogni caso, essere affidato a terzi privati.

RESA DEI CONTI – Alla fine, a voler fare due conti, il mancato intervento dei governi, dal 1991 ad oggi, ha comportato un danno all’erario stimato in 4-6 milioni di euro per kilometro (vedi figura 5) che, moltiplicato per i 1500 km ca che andranno a formare la nuova linea AV, dà una cifra compresa tra  6 e 9 miliardi di euro sprecati in 17 anni che, senza l’intervento europeo, sarebbero potuti essere anche di più. La cittadinanza sentitamente ringrazia.

La relazione completa di RFI

La relazione completa dell’autorità di vigilanza sui contratti pubblici

ROSETTA SENZA PUDORE – Il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, è ormai alle strette a causa delle vicende giudiziarie che hanno investito la sua giunta; parlando con i giornalisti ieri sera dopo l’incontro con Veltroni dichiara:

“Una questione morale esiste in tutto il mondo. Un senatore democratico ha cercato di vendere il seggio di Obama. Come si vede non riguarda solo il Pd e l’Italia”

Raffigurazione della Democrazia
Raffigurazione della Democrazia

Dopo aver letto quello che la mente di Rosetta è riuscita a partorire, non ho saputo resistere alla tentazione di commentare, ma procediamo per gradi: in America il governatore dell’Illinois ha cercato di “vendere” il posto in senato occupato da Obama, anzichè decidere il sucessore in base al merito. Il tapino Blagoyevich, questo il suo nome, era sotto intercettazione telefonica da parte degli uomini del FBI che, ascoltate le conversazioni e vista l’urgenza di fermarlo, sono andati a prenderlo alle sette del mattino a casa  e lo hanno portato via in manette. Dopodichè il procuratore ha convocato una conferenza stampa per spiegare le motivazioni dell’arresto e, nel farlo, ha anche letto le parti delle intercettazioni considerate incriminanti. La reazione della politica è stata unanime di condanna verso il governatore, da più parti si è chiesta la sua rimozione, i compagni di partito, Obama in testa, lo rinnegano come fosse un lebbroso.

SOTTILI DIFFERENZE – La differenza rispetto a noi, per chi come il sindaco Iervolino non riuscisse a coglierla, sta proprio nel fatto che chi viene anche solo sospettato di essere colpevole di reati viene immediatamente isolato ed escluso dalla vita di partito, nessuno nel parlamento statunitense ha anche solo provato a denuciare l’abuso di intercettazioni telefoniche o la violazione della privacy nel renderle pubbliche, non una voce si è alzata per reclamare sulle manette imposte al governatore, che pure forse potevano essergli risparmiate.

E’ questa la differenza tra la Democrazia  americana e la nostra, loro sono ben consci che un solo ramo malato può abbattere l’intero albero e quando se ne trova uno non si può indugiare nel tagliarlo. Ciò non significa che i politici debbano essere condannati senza processo, ma che una volta intaccati nella reputazione devono abbandonare la vita pubblica e lasciare ad altri l’ incarico, consentendo anche un benefico ricambio della classe dirigente.

Riporto di seguito un divertente articolo che spiega meglio di ogni altro come sarebbe vissuto in Italia uno scandalo come quello del governatore Blagoyevich

Heasy Handcuffs

Arrestato per corruzione e frode il governatore democratico dell’Illinois, Rod Blagojevich: dopo mesi di intercettazioni, è accusato di aver tentato di vendere la poltrona senatoriale liberata da Obama. L’Fbi – rivela il Chicago Tribune – indagava su di lui da tre anni per tangenti in cambio di assunzioni. “Le accuse sono sconvolgenti”, dichiara il procuratore Fitzgerald: “Blagojevich ha preso tangenti e usato il suo incarico per frenare la libertà di critica della stampa”. Immediate le reazioni. George Neapolitan è “allarmato per l’ennesima guerra fra politica e magistratura” e chiede gli atti alla procura. Il Csm si prepara a trasferire Fitzgerald in Alaska. Silvio Dwarf è solidale con Blagojevich, “vittima delle manette facili e del giustizialismo delle toghe rosse che calpestano la privacy”. Sull’Evening Courier, Angel Whitebread domanda: “Era proprio necessario questo arresto-spettacolo?”. Casparr, Chikkitt, Bondy e Little Sheep denunciano in una nota “l’abuso di intercettazioni e il circuito mediatico-giudiziario, impensabili nelle vere democrazie come gli Usa”. Little Angel Alphanous invia gl’ispettori a Springfield e invita i democratici a “votare le mie riforme della giustizia e delle intercettazioni”. Max Little Moustache e Anne Fennel aprono al dialogo. Per Lucian Violator “i giudici han troppo potere sui politici, dobbiamo riscrivere la Costituzione con Blagojevich, non appena sarà scarcerato”. Daniel Big Nipple sfida i democratici: “Ora chiedano scusa ad Al Capone” . In un pizzino rinvenuto per caso, Nicholas The Tower scrive: “Io non posso dirlo, ma queste intercettazioni cominciano a starmi sul cazzo”.

Marco Travaglio L’Unità 10.12.2008

MORATTI: CHIESTA ARCHIVIAZIONE, SOLO ILLECITI – La Procura di Milano con una richiesta di archiviazione chiude l’indagine sulle cosidette ‘consulenze d’orò’ a Palazzo Marino rilevando che il sindaco Letizia Moratti, cosi come gli altri quattro dirigenti indagati, non hanno commesso alcun reato ‘penalmente rilevante’, semmai illeciti amministrativi. Illeciti per i quali è ancora aperto un procedimento davanti alla Corte dei Conti

Così l’ ANSA dà notizia dell’  archiviazione del procedimento penale a carico del Sindaco di Milano Letizia Moratti riguardante le assunzioni di alcuni dirigenti comunali. Dalla politica soddisfazione per “l’assoluzione” e critiche verso la magistratura, il Sen. Castelli dichiara:

”Apprendo con piacere che il Pm ha chiesto l’archiviazione per i presunti reati di cui era accusata il sindaco di Milano Letizia Moratti per la scelta dei suoi consulenti….. Sono assolutamente certo della buona fede del sindaco e ritengo che sulla vicenda delle consulenze il Parlamento debba assolutamente esprimersi…..Non e’ possibile che qualsiasi amministratore che in buona fede affida incarichi ai consulenti per il bene della comunita’ si trovi continuamente esposto alle accuse della magistratura penale e della magistratura contabile.”

Quello che l’ex Ministro Castelli non dice è che la magistratura non indaga d’ufficio i pubblici ammnistratori ma, al contrario, lo fa quando si configurano delle situazioni “sospette”, l’alternativa sarebbe rinunciare ad indagare (e non penso ciò gioverebbe alla collettività).

Il municipio di Milano

Il municipio di Milano

LA SELEZIONE del PERSONALE – Nello specifico il Sindaco è accusato di aver fatto pressioni su 11 dirigenti comunali perchè lasciassero determinati incarichi che sarebbero stati poi dati a persone il cui  merito professionale non risiedeva propriamente nelle competenze, quanto nell’ iscrizione al partito, con  retribuzioni da far invidia ad un  parlamentare. Tra queste la più clamorosa fu l’assunzione di Carmela Madaffari ex direttrice dell’ ASL di Locri (sciolta per mafia), mai risieduta a Milano, come  Responsabile della Direzione Centrale Famiglia (cosa sia esattamente non ci è dato saperlo) con uno stipendio 217mila euro annui.

MORALE – Nonostante non siano emersi fatti di rilevanza penale la Moratti sarà ora costretta a rispondere alla corte dei conti circa il danno all’erario causato dagli stipendi eccessivi dei suoi collaboratori, anche se forse il costo maggiore per la città è stato l’avere dirigenti che non erano in grado di farsi carico delle esigenze della comunità e questo nessuno lo ripagherà. Come recitava anche una famosa pubblicità: Assumere un amico in comune? 200.000 euro all’anno con MasterCard, fregare la collettività? Non ha prezzo!

Qui l’inchiesta dei giornalisti Giuseppe Offeddu e Ferruccio Sansa su la dirigente Carmela Madaffari

Prima seduta dell'assemblea costituente it.wikipedia.org

Prima seduta dell'assemblea costituente it.wikipedia.org

Grande intervento oggi del Presidente della Repubblica che, dopo le dichiarazioni di Berlusconi in merito alla riforma della giustizia, si erge a baluardo della carta costituente “…certamente i principi fondamentali della Costituzione repubblicana sono fuori discussione e nessuno può pensare di modificarli o alterarli…“. Alla notizia Silvio replica cordialmente:

“Io non sono toccato per nulla dai rilievi del Presidente della Repubblica sulla necessita’ di ritoccare la prima parte della Costituzione….Non c’e’ nulla da cambiare nella prima parte della Costituzione. I principi fondamentali sono riconosciuti e non vogliamo certo cambiarli”

E come potrebbe sentirsi chiamato in causa dalle dichiarazioni di Napolitano? Gli  articoli fondamentali della Costituzione sono i primi 12 (dodici) di 139 e, se escludiamo qualcuno che vorrebbe sostituire il tricolore (art.12) con la bandiera padana, nessuno si è mai sognato di cambiarli. A ben vedere oltretutto spesso non serve neanche fare modifiche costituzionali per disattendere la Costituzione che in molti suoi articoli è di frequente inapplicata, perfino in quelli fondamentali citati da Napolitano:

Art. 3 – Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. A parte il fatto che in ogni caso la condizione economica è proporzionale alla capacità difensiva dell’imputato, e questo è inevitabile, ma da qualche mese a questa parte, grazie al lodo Alfano, quattro soggetti saranno temporaneamente esonerati dal rendere conto davanti alla giustizia delle loro azioni.

Art. 8 – Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti…Tranne l’ Islam (tratto dalla Costituzione Padana).

Art. 9 – La Repubblica ……Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. E per farlo saltuariamente approva condoni su abusi edilizi in zone di interesse paesaggistico.

Art. 11 – L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.… Fanno ecezione, s’intende, quei paesi in cui bisogna esportare la democrazia.

Alla fine a voler tirare le somme un terzo (4 su 12) dei principi fondamentali della Costituzione vengono comunque ignorati, almeno in parte, senza bisogno di modifiche di alcun tipo, il Presidente Napolitano può dormire sonni tranquilli, nessuno tenterebbe mai di cambiare delle leggi di fatto in disuso da anni, l’importante è che rimangano inapplicate.

A questo Link la Costituzione italiana (per quello che ancora vale)

it.wikipedia.org

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IL CASO -Un paio di settimane fa l’ account facebook di Matteo Salvini, deputato della Lega Nord, è stato disattivato dai gestori del servizio senza una precisata ragione; dopo diverse mail, in cui chiedeva conto delle motivazioni di tale decisione, l’onorevole è passato al contrattacco depositando in parlamento un’ interrogazione con oggetto proprio la censura attuata dal famoso social network nei confronti suoi e di altre centinaia di utenti. La notizia rimbalza nel web, Salvini rilascia anche un’ intervista ad affaritaliani.it e ipotizzando sulle possibili cause dell’esclusione  si lascia andare a considerazioni decisamente poco diplomatiche:

“La sinistra ha fatto ostruzionismo alla Camera dei Deputati, e ha parlato per cinque ore filate: le alternative erano il suicidio o il computer. E quindi io sono stato lì, ad ammazzare il tempo, smanettando con la mail e con Facebook. Sono stato collegato un sacco di tempo, e magari avrò fatto troppe robe. Però cavolo, che almeno ti avvisassero!”

IL MERCATO della RETE – La mossa di Salvini è volta più che altro a creare attenzione intorno alla censura operata dal social network nei suoi confronti, anche il deputato sa infatti che  nessun organo istituzionale può intervenire nel merito di decisioni di privati (singoli o aziende che siano), ma era certo che, alla notizia, sarebbero stati gli utenti stessi a disertare, almeno in parte, un servizio che avrebbe perso di credibilità. Il liberalismo sui cui si fonda il sistema “internet” avrebbe inevitabilmente screditato Facebook agli occhi dei suoi consumatori\utenti che si sarebbero potuti benissimo rivolgere alla concorrenza, relegandolo a piattaforma esclusiva di un certo target politico e facendo di conseguenza diminuire visitatori ed introiti pubblicitari. Ed infatti, appena diffusasi la notizia, Facebook ha immediatamente riattivato il profilo dell’ On. Salvini, forse più per tutelare la propria immagine che per scongiurare l’interrogazione parlamentare (peraltro non ritirata), ma è riprova del fatto che nel libero mercato è il giudizio dell’ utente a decretare il successo dell’ impresa al contrario di quello che succede in altri canali mediatici.

POLITICI allo SBARAGLIO – Tiene banco nel dialogo politico la così detta “questione morale”, non certo per porvi un rimedio, s’intende, quanto per coglierla a pretesto per infangare un po’  l’avversario. In queste occasioni i politici, sicuri che  nessun telegiornale li smentirà mai, si lanciano in prodezze dialettiche di ogni tipo per portare acqua al proprio mulino. Tra questi si distingue sicuramente l’ On Gianfranco Rotondi (DCA) che, riferendosi al PD dichiara:

«manovra oscura che punta a fargli fare la fine della Dc…..sulla moralità pubblica di Berlusconi nessuno può parlare perché è l’unico politico italiano che non ha avuto a che fare con tangenti e commercio clientelare. Una delle ragioni per cui gli italiani lo votano e lo amano è esattamente questa».

SARA’ POI COSI’? – Probabilmente l’ On. Rotondi ha passato all’estero gli ultimi venti anni e quindi non può sapere che Berlusconi è stato giudicato colpevole di corruzione (anche se poi prescritto) nel processo Mondadori e nel processo All Iberian 1 per finanziamento illecito al PSI (per le quali fu condannato anche  Craxi). Per ciò che riguarda il clientelarismo bastarebbe che guardasse in parlamento, non si contano più gli esponenti del PdL eletti per scambi di favori (ricordate Ciarrapico che venne “arruolato” perchè possedeva giornali?) o nella RAI quando Berlusconi telefonava a Saccà per raccomadare le attrici.

QUESTIONE di PRESENTABILITA’ – Ma non finisce qui, l’ex delfino radicale Capezzone, oggi portavoce azzurro, ci mette del suo e rilascia questa dichiarazione:

mentre si sta aprendo una vera e propria Tangentopoli di sinistra il PD dovrebbe chiedere scusa a Bettino Craxi; chi ha sottoposto il leader socialista (sia in vita che post mortem) ad un vero e proprio linciaggio morale non aveva alcun titolo per dare lezioni di etica a nessuno, Se la sinistra preferisce Di Pietro alla memoria di Craxi, si rende impresentabile nella sua candidatura al governo del Paese”

Interessante notare come per Capezzone difendere la memoria di un uomo morto latitante (così si definisce chi scappa per sottrarsi alla legge) sarebbe un valido biglietto da visita per “candidarsi a governare il paese”. Che la sinistra non sia meglio  degli altri suoi colleghi è cosa nota ma da qui a chiedere scusa a Craxi ne corre. Non si capisce come lo screditare moralmente una fazione possa riabilitare una persona che è stata l’emblema del sistema tangentizio che regnava in Italia, che per sua stessa ammissione era consapevole del modus operandi dei partiti e che fu riconosciuto colpevole di corruzione oltre che di finanziamento illecito. Quanti altri paesi conosce Capezzone che abbiano avuto “l’onore” di avere un capo di governo che  sia andato in parlamento a dire che tutti i partiti, nessuno escluso, prendevano tangenti, come se poi questa fosse una giustificazione.

CRONACHE dell’IMMACOLATA –  Siamo alle comiche finali: il sindaco Iervolino (PD) dichiara che nella sua giunta nessuno è indagato e che lei intende rimanere Primo Cittadino di Napoli, il governatore Bassolino (PD) nonostante le pressioni si mantiene saldamente aggrappato all poltrona, il sindaco di Firenze, Dominici (PD), si è incatenato davanti alla sede di Repubblica per denunciare certa stampa che, a suo dire, l’avrebbe additato al pubblico ludibrio, nonostante lui si fosse presentato spontaneamente hai magistrati per testimoniare sui fatti di corruzione che hanno investito la sua giunta. Il Preisdente del Consiglio, sempre vigile, non si fa scappare l’occasione per dire la sua e commentando l’accaduto dichiara:

“Cosa volete che vi dica. E allora io chissà per quanto tempo mi sarei dovuto incatenare. Avrei dovuto farlo tutti i giorni”

Poco importa che il sindaco Dominici sia stato solo interrogato mentre lui parla dall’alto delle sue 2 amnistie e 5 prescrizioni (che non vuol dire innocenza ma al contrario colpevolezza non più punibile).

ETICA ISTITUZIONALE – Ma il problema vero non è la colpevolezza nello specifico di Tizio o Caio; in tutti i paesi i politici sono sotto la lente d’ingrandimento di magistrtura e stampa e questo consente un ricambio fisiologico della classe dirigente. Non è possibile che una persona passi trent’anni nella Politica senza incappare in facende “scomode”, o senza fare alcun favoritismo, seppur magari di poco conto. Gli scandali avvengono ovunque e, solitamente, le persone coinvolte si dimettono, pur dichiarandosi innocenti, per salvare l’aspetto etico dei partiti e soprattutto delle Istituzioni che devono mantenersi credibili agli occhi del cittadino (basti vedere quello che è accaduto in Israele due settimane fa). Ed è questo il motivo per cui i capi di stato esteri sono, in media, più giovani dei nostri e solitamente dopo massimo due mandati si ritirano, non sarebbero più credibili.

E DA NOI? – Da noi invece i politici cercano comunque di rimanere in carica, trincerandosi dietro le istituzioni e di fatto infangandole ( lampante è il caso dell’ On. Previti uscito dal parlamento per andare direttamente agli arresti domiciliari). Ma lasciando da parte le questioni di rilevanza penale, che pure sono molte in tutti e due gli schieramenti, bisogna tener conto anche dell’aspetto etico: La Iervolino governa Napoli da quindici anni, se non dal punto di vista penale, politicamente è sicuramente colpevole di aver fallito nell’amministrare il territorio, lo stesso si può dire di Bassolino. E’ come se una azienda avesse dei manager incapaci, che però vengono mantenuti finchè non si dovessero accertare eventuali responsabilità penali a loro carico, magari promuovendoli, come è stato per l’On Scapagnini (PDL) che, indagato per il fallimento del comune di Catania di cui era sindaco, è stato promosso a senatore. Vale la pena di continuare a mantenre questa classe politica che non riesce a darsi un codice di condotta etico che sia rispettato da tutti?

”Siamo preoccupati, come emerso anche di recente da diverse voci del mondo cattolico, per il destino delle scuole pubbliche non statali. Tuttavia, pur consapevoli del momento economico e sociale che il Paese sta attraversando, confidiamo negli impegni che il governo ha assunto pubblicamente” Don D. Pompili CEI

Secondo quanto dichiarato dagli uffici stampa vaticani, il mondo cattolico sarebbe pronto a mobilitarsi a causa del taglio di 130 milioni di euro al finanziamento pubblico alle scuole paritarie e l’ intero mondo politico, che non si era fatto intimidere nemmeno dalle proteste dei mesi scorsi di tutta la scuola,  subito interviene in favore dei vescovi chiedendo che si  stanzino nuovi fondi per aiutare le scuole private.

“La parita’ scolastica e il diritto delle famiglie di scegliere il progetto educativo che ritengono piu’ opportuno per i loro figli e’ stato e continua ad essere un caposaldo del programma di governo del centrodestra” On. Giovanardi UDC

A questo punto i politici, diligentemente, come bravi scolaretti, vanno a sedersi ai banchi (del senato) e in tempo record ripristinano quasi 120 milioni di fondi, come dichiara il sottosegretario all’Economia Giuseppe Vegas:

“I vescovi possono stare tranquilli, possono dormire su quattro cuscini…..C’è un emendamento del relatore che ripristina il livello originario dei fondi per le scuole paritarie”

L’opposizione sarà insorta, direte voi, certo, ma non per domandare conto della celerità straordinaria con cui si è ascoltata la richiesta vaticana, al contrario dell’atteggiamento assolutamente irremovibile mostrato nei confronti della scuola pubblica, quanto per denunciare come i finanziamenti reintrodotti siano comunque inferiori a quelli originariamente stanziati:

“Sia chiaro, pero’, che l’annuncio del ripristino dei fondi per le paritarie rappresenta soltanto un segnale, ma che, come il governo sa benissimo, la cifra intera e’ ancora lontana dall’essere ripristinata e che mancano all’appello ancora molti dei milioni che il precedente governo aveva assegnato alle scuole paritarie” On. Garavaglia PD

Forse l’unica speranza per la scuola pubblica è quella di implorare il Papa affinchè interceda per ripristinare, almeno in parte, i fondi tagliati, visto che, come nell’ ancien régime, ancora nell’Italia moderna, il clero può definirsi a pieno titolo il “primo stato” ed è in grado spesso, come si è visto anche in questa occasione, di influenzare il secondo. 

IL TIRO “MANCINO” – Anche Prodi e Bruxelles danno ragione a Berlusconi. La sinistra segna l’ennesimo autogol sul caso Sky ergendosi a paladino difensore del popolo della domenica calcistica, vessato da 4 euro al mese in più di tasse. Del resto è noto come in casa Veltroni la parola “conflitto di interessi” sia dura da pronunciare e così si preferisce polemizzare più su di una mera questione economica, attirandosi oltretutto le antipatie di tutte quelle persone che al posto della parabola hanno ancora la radio a transistor.

SILVIO RINGRAZIA – Berlusconi, dal canto suo, si gioca splendidamente l’assist da sinistra facendosi passare per illuminato liberista che abolisce i privilegi della “TV dei ricchi”. Pochi gli fanno notare che il favoritismo in questione era stato fatto nel 1995 dal governo Dini per Tele+, allora l’unica società con mire nel digitale, e di cui lui, guarda a caso, era uno dei principali azionisti. A voler essere proprio pignoli si potrebbe anche aggiungere che il bonus per il decoder digitale (prodotto da suo fratello NdA) può essere considerato come una sorta di aiuto di stato nei confronti delle piattaforme come Mediaset a discapito di Sky il cui utente invece paga, direttamente o indirettamente, anche decoder e parabola.

QUELLI CHE SCAI – Morale: Il liberalsocialista Berlusconi ne esce rafforzato nel immagine e la sinistra, anzichè plaudire l’iniziativa e rimarcare il conflitto di interessi, disapprova la prima e tacce sul secondo perdendo un’ altra occasione buona per togliersi quest’aspetto “radical chic” che la contraddistingue e  per riavvicinarsi alle persone comuni, quelle che “scai” è solo un lusso che vorrebbero potersi permettere.

corruption1IL SOLITO SISTEMA – Si parla tanto degli sprechi della pubblica amministrazione, imputandoli principalmente ai dipendenti scansafatiche, eppure lo fuoriuscita maggiore di fondi pubblici deriva dalla corruzione che ancora oggi  è, e dovrebbe essere sentita come, un problema di primo piano del paese. Forse destano meno scalpore delle notizie di cronaca nera, ma gli episodi di corruzione in Italia sono ancora molti, basti pensare alle recenti inchieste sul direttore del porto di Napoli accusato di aver chiesto tangenti per il partito (PD), anche se lui dice trattarsi di contributi volontari degli imprenditori, o a Firenze, dove invece sono sotto inchiesta diversi assessori sospettati di aver accettato soldi dall’immobiliarista Salvatore Ligresti, già balzato agli onori della cronaca per essere stato indagato per mafia negli anni ottanta, condannato a 2 anni e 4 mesi per tangentopoli ed oggi nel novero dei patrioti salvatori di Alitalia.

corruption2SIAMO MESSI MEGLIO DI CUBA – In concomitanza con la giornata mondiale contro la corruzione (esiste, anche se da noi non è molto sentita) è stata pubblicata l’annuale relazione di Transparency International, un’ associazione ONG che valuta la corruzione nei vari paesi del mondo.  Leggendola si scopre che l’ Italia si colloca al 55 posto (su 180 paesi), in calo sia nella graduatoria generale sia nel valore assoluto dell’indice, sotto allo stato di Macao ma comunque qualche posizione più in alto di Cuba.

LEGGI AD CORRUPTIONEM – Questo è il risultato delle strategie legislative adottate dal parlamento negli ultimi anni per combattere il fenomeno; tra queste è impossibile non citare la legge sul falso in bilancio approvata dal governo Berlusconi II, molto utile alle aziende per dirottare i fondi fuori dai bilanci ed utilizzarli per gli usi più disparati, magari proprio come tangenti. Ma il legislatore prese anche provvedimenti per quelli, sventura loro, che si erano fatti prendere con le mani nel sacco riducendo la prescrizione  per i reati in questione (legge 251/05)così che gli imputati di corruzione non debbano vedere mai una condanna di colpevolezza. Per scongiurare infine il pericolo che nuovi sventurati finiscano nelle mani di qualche giudice inquisitore, è di questi giorni l’ennesima dichiarazione del Presidente del Consiglio di voler limitare l’utilizzo  delle intercettazioni telefoniche, uno degli strumenti più utili nei casi di reati di corruzione e finanziari in genere, che spesso si sono scoperti e sventati grazie alle conversazioni tra i sospettati.  Ma in fondo è giusto così: la vera Democrazia è quella che tutela innanzitutto le minoranze, poco importa che in questo caso si tratti di quella dei ladri.

LE MOTIVAZIONI e LA PROPAGANDA – Sono finalmente state pubblicate le motivazioni della controversa sentenza sui fatti del G8 di Genova. Stranamente, nonostante il grande interesse dimostrato dall’informazione per la decisione della corte, e nonostante le polemiche che ne sono scaturite, pochi media hanno dato notizia dell’ uscita delle motivazioni, che pure sono più utili della sentenza fine a se stessa per dare eventuali giudizi storici o politici, che invece si sono sprecati, da tutte le parti, immediatamente dopo la lettura delle condanne.

UNA BREVE ANALISI – Eppure quelle 451 pagine offrono numerosi spunti di riflessione oltre che una “verità” giuridica sui fatti di quei giorni, prima fra tutte il riconoscimento di torture all’interno della caserma di polizia di Bolzaneto, cito la sentenza:

…premesso che la mancanza, nel nostro sistema penale, di uno specifico reato di “tortura” ha costretto l’ufficio del PM a circoscrivere le condotte inumane e degradanti ( che avrebbero potuto senza dubbio ricomprendersi nella nozione di “tortura” adottata nelle convenzioni internazionali ) compiute in danno delle parti offese transitate nella caserma della P.S. di Ge-Bolzaneto durante i giorni del G8, condotte che questo Collegio ritiene pienamente provate,[……..]nell’ambito, certamente non del tutto adeguato, della fattispecie dell’abuso di ufficio,[…….] la configurazione del delitto di cui all’art. 323 c.p. e all’obbligo giuridico di impedire l’evento, previsto nell’art. 40 c.p., contestato, nel presente processo…

Ma i giudici ne hanno anche per quanti li criticano di aver assolto i responsabili istituzionali e ricordano che i processi, per fortuna, non devono dare sentenze politiche sull’ evento ma verificare le eventuali responsabilità penali

…sono stati portati a giudizio non situazioni ambientali o orientamenti ideologici, bensì, ovviamente, singoli imputati per specifiche e ben individuate condotte criminose loro attribuite nei rispettivi capi di imputazione…

Poste queste premesse la sentenza prosegue con la descrizione delle vessazioni subite dagli arrestati, e l’analisi delle responsabilità prima dei vertici di polizia presenti a Bolzaneto, che secondo la sentenza non avrebbero non potuto rendersi conto di quel che stava accadendo, ed infine di quei poliziotti considerati come gli autori materiali delle torture.

L’ITALIA degli STEREOTIPI – I giudici ricostruiscono gli eventi di quei giorni e condannano,  giustamente, solo quelli di cui è realmente provata la complicità nei reati; tuttavia ciò non toglie che i fatti  emersi nel processo rimarranno come una pagina nera della storia nazionale, e ciò è ancora più grave alla luce del fatto che numerose persone costituitesi parti civili sono cittadini stranieri (europei e non solo). L’ Italia e le sue istituzioni ne escono rovinate nell’immagine e la politica non sa fare altro che arrampicarsi sulle solite ideologie per difendere, ciascuno, il proprio stereotipo tra il poliziotto fascista ed il contestatore comunista.

Link per approfondire:

Motivazioni della sentenza G8 Genova Bolzaneto

Genova 2001, G8” puntata di BluNotte dedicata al G8

Una riforma con le ali

Università degli Studi di Milano www.unimi.it

Università degli Studi di Milano http://www.unimi.it

FINALMENTE LA RIFORMA – Il ministro Gelmini ha presentato il testo della riforma che dovrebbe finalmente restituire alle università  la capacità di preparare degnamente le nuove generazioni. Viste le premesse, tra manifestazioni e tagli di bilancio, ci si aspettava una riforma epocale, roba da far impallidire Berlinguer e la Moratti messi insieme, o quantomeno una modifica tale da fornire gli atenei di strumenti che consentano loro di rimanere competitivi sul piano internazionale nonostante gli esigui fondi a disposizione.

DUE PAROLE SUL CONTENUTO – Il disegno di legge  quasi non tocca la didattica, ma stanzia fondi extra per alloggi e borse di studio, introduce la possibilità per gli atenei con i bilanci in ordine di assumere nuovo personale, ed istituisce una commissione a sorteggio per la selezione dei candidati, docenti o ricercatori. Ancora, per prevenire l’ inoperosità vengono aboliti gli scatti automatici in carriera, che saranno subordinati all’effettivo lavoro di ricerca svolto, per lo stesso motivo nasce l’anagrafe dei docenti dove verranno pubblicate le attività svolte da tutti i professori. Forse l’unica pecca nel sistema è che se i fondi per avviare la ricerca sono stanziati dal “barone” di turno, questi potrebbe dirottarli verso i ricercatori a lui favorevoli e allo stesso modo chiedere che il suo nome o quello del suo protetto vengano inseriti tra gli autori.

GLI STUDENTI IN AUTOSTOP – Si tratta comunque di provvedimenti largamente condivisibili, che però non danno nessuna indicazione in merito ai problemi sollevati dalle proteste studentesche. Gli atenei italiani, già sottofinanziati rispetto alla media europea ( vedi post: Pinocchio non aveva un sito web ),  cercheranno di arrangiarsi come hanno sempre fatto da otto anni a questa parte. Del resto si sa, in Italia l’ istruzione degli studenti è vista come un fondo cui attingere nei momenti di crisi; proprio come fece la sinistra due anni fa quando prelevò 300 milioni di euro destinati alla ricerca per far cessare lo sciopero dei camionisti che stava paralizzando il paese, anche oggi la coppia Tremonti Brunetta userà il fondo per l’istruzione per coprire i debiti di Alitalia. Agli studenti la consolazione che quando vorranno lasciare il paese, su ruota o via aria, troveranno, forse, camionisti e piloti riconoscenti che daranno loro un passaggio.

Per approfondimenti : Il Dl 180 del 10 novembre 2008

Notizie Utili

radiorad1Giusto due righe per segnalare un utile servizio, offerto da RadioRadicale, che permette di sentire in streaming le registrazioni originali dei processi sui casi più salienti degli ultimi anni. Si possono ascoltare il processo Parmalt o quello Dell’Utri, tanto per citarne alcuni.

Per saperne di più: il LINK alla pagina con l’elenco dei processi disponibili.

L’ IDEA – 2000 euro agli immigrati che lasciano il paese, questa la proposta del comune di Spresiano nel trevigiano che offre a tutti gli extracomunitari rimasti disoccupati a causa della crisi un aiuto economico per andare a cercare lavoro in un’altra area. Detta così sembrerebbe quasi un atto caritatevole, ma lo spirito che ha mosso quest’iniziativa era piuttosto quello di risparmiare su eventuali aiuti economici che spetterebbero ad una famiglia indigente residente nel comune.

Il Comune è in crisi e così risparmiamo su affitti agevolati e cure mediche, per noi è più conveniente che erogare contributi in loco“. assessore Manola Spolverato

PESO o RISORSA ? – Vorrei però ricordare all’assessore che gli immigrati sono il 6 % della popolazione italiana e contribuiscono per quasi quattro ( 4 ) miliardi di euro annui all’erario pubblico, e i loro euro valgono tanto quelli “padani” per cui dovrebbero avere pari trattamento; per quanto riguarda quelli che non pagano le tasse, di solito, è perchè lavorano in nero, ma in questo caso la colpa è del datore di lavoro che perlopiù è nostrano. Non lo dimentichino l’assessore e tutti i suoi elettori, che se non fosse per i giovani immigrati, che figliano come la migliore scuola littoria insegna, le loro pensioni sarebbero a rischio già nel breve periodo, quindi la prossima volta che si recano in posta, pensino un momento che alcuni degli euro che stanno percependo sono il frutto del sudore di un lavoratore immigrato e annusandoli scopriranno che, come dicevano i latini, ” pecunia non olet “.

Per approfondire: Presentazione Rapporto caritas 2008 sull’immigrazione

IL PREMIER INDAGATO – Ci risiamo, la solita magistratura schierata ha rinviato a giudizio il premier per un presunto caso di appropriazione indebita a causa di rimborsi gonfiati per alcuni viaggi aerei al fine di sfruttare il surplus per gli spostamenti di familiari e amici.

Niente panico, non siamo in Italia, bensì in Israele ed il primo ministro non si chiama Silvio Berlusconi ma Ehud Olmert; ed infatti, a differenza che dalle nostre parti, il premier, nonostante essersi dichiarato estraneo alla vicenda, si era già dimesso mesi fa, non appena saputo di essere indagato, pur rimanendo in carica fino alle elezioni di Febbraio.

LA TUTELA dell’ IMMAGINE – Tuttavia Ieri il suo partito, Kadima, alla notizia dell’ incriminazione, ha chiesto che Olmert lasci subito l’incarico, come ha dichiarato la futura candidata del partito e attuale ministro, Tzipi Livni:

Il primo ministro deve dimettersi, non c’e’ altra scelta…..Israele non puo’ tollerare una situazione in cui lui possa restare primo ministro dopo un’incriminazione

E’ importante sottolineare che, qualora fossero dimostrate le accuse, Olmert non ha fatto altro che addebitare i viaggi dei consanguinei allo stato israeliano gonfiando i propri rimborsi spesa, insomma una piccola “marachella”, che è però bastata a compromettere l’immagine di un partito intero che ora cerca di rimediare isolando l’autore. Possiamo comunque stare tranquilli, in Italia non è così semplice screditare un politico, per fortuna, se dovesse accadere avremmo le aule parlamentari vuote, magari con la fumettistica balla di sterpaglie trascinata dal vento.

iltempo.it

Fonte: iltempo.it

I BUONI SAMARITANI – C’è ancora chi si stupisce di fatti come quello della trasmissione di La7 “Omnibus”, dove il sen. Latorre è corso in aiuto dell’avversario politico, on. Bocchino, in un momento di affanno dialettico (qui il video). Posso capire l’indignazione dell’elettore veltroniano di fronte a quello che può apparire come un “tradimento” delle sue aspettative elettorali, ma è giusto ricordare a tutti i “democratici” che gli eletti nel PD non sono nuovi al samaritanismo nei confronti di “amici”, ma anche di avversari politici.  Diverse volte, in passato, maggioranaza e opposizione hanno votato a braccetto leggi ad personam o provvedimenti atti a tutelare parlamentari di varia estrazione politica (vedi: legge Boato, lodo maccanico, negazioni varie di utilizzo di intercettazioni telefoniche…).

VERBA VOLANT “VIDEO” MANENT – Se il Partito Democratico ha intenzione di salvare la, poca,  faccia che gli rimane consiglio vivamente di riflettere se valga la pena mantenere una classe dirigente che non ha fatto altro, in questi anni, che screditare l’immagine del partito, dimostrandosi molto simile all’avversario tanto criticato.   Questo video, datato 2003 sarà più utile di mille parole per ricordare a tutti da chi è rappresentata l’opposizione italiana e per capire i motivi di questo drastico calo di consensi del Partito Democratico. Dopo averlo visto chiedetevi se, secondo voi, i loro elettori li hanno votati per prendere questo tipo di decisioni.

l'espresso

Fonte: espresso.repubblica.it

IL RINVIO A GIUDIZIO – Oggi la procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per 34 indagati dello scandalo Telecom-Sismi, tra questi alcuni responsabili della sicurezza aziendale, al cui vertice era Giuliano Tavaroli, l’investigatore privato Cipriani, l’ex vice capo del Sismi Marco Mancini, diversi tra finanzieri, pubblici ufficiali, esperti informatici, giornalisti oltre che le società Telecom Italia e Pirelli, ma non il loro presidente Marco Tronchetti Provera che si è sempre proclamato estraneo alla vicenda.

LO SCANDALO TELECOM – Il caso scoppiò nel 2006 a seguito di indagini distinte che fecero emergere come la sicurezza Telecom-Pirelli stesse raccogliendo informazioni riservate su politici, personaggi famosi, giornalisti, ma anche semplici azionisti, fornitori e clienti. Emblematico è il caso del sig. Fialdini Brigidino che, avendo scritto alla presidenza Telecom in qualità di piccolo azionista per lamentare i malfunzionamenti del servizio adsl,  si ritrova a casa un equipe di tecnici che sì gli sistema il modem, ma pone anche i suoi telefoni sotto intercettazione.In un’altra occasione, nel 2004, due finanzieri si presentarono da un rivenditore, Astigiana Gomme, chiedendo di poter avere l’elenco dei fornitori. Il gommista, dopo aver consegnato i documenti richiesti si rese conto di essere stato raggirato e denunciò il fatto; si scoprirà poi che i due erano finanzieri corrotti al soldo di Cipriani che indagava sui rivenditori di gomme per conto della Pirelli. Dopo le indagini, negli uffici di Telecom alla fine si troveranno 4200 dossier riguardanti altrettante persone tra cui la stessa moglie di Tronchetti Provera, Afef.

LE DICHIARAZIONI – Intervistato da Fabio Fazio a “che tempo che fa” (qui il video) il presidente di Pirelli dice che le informazioni raccolte non contengono nulla di eversivo, che sono probabilmente imputabili ad un uso fuorviato della sicurezza aziendale, di cui lui non era ne promotore ne a conoscenza, e che gli unici ad aver avuto oggettivi guadagni sono i fornitori Telecom (Cipriani e soci) che si sarebbero appropriati di fondi aziendali.

“…credo che si sia creato un sistema deviato di raccolta d’informazioni in maniera inlegale considerando che quella fosse la “missione aziendale” della sicurezza; a cosa questo servisse o se servisse a qualcun’ altro non lo so, è chiaro che non serviva ne a Telecom ne a me…” Marco Tronchetti Provera   12.10.2008

CUI PRODEST? – Dunque o Tavaroli ha agito per conto suo allo scopo di favorire l’azienda, in maniera modesta, senza renderne patecipi i vertici, o si dovrà cercare un altro soggetto che avesse interesse nello spiare contemporaneamente un rivenditore di pneumatici ed un anziano azionista con problemi al modem adsl, oltre a tutti gli altri 4200 schedati. Forse il processo che inizierà riuscirà, se non a condannare i colpevoli, quantomeno a stabilire una verità storica sulla vicenda che promette ancora molti colpi di scena. Chiudo con una dichiarazione del principale imputato:

“Nessuno avrà interesse a celebrare il “processo Telecom”……. Ma io non sono, e non farò, né accetterò mai di essere il capro espiatorio di questo affare. Io vorrò con tutte le mie forze il processo e nel processo vorrò vederli in faccia ripetere quel che hanno riferito ai magistrati. Il mio vantaggio è che tutti hanno mentito in questa storia, e io sono in grado di dimostrare che le informazioni che ho raccolto sono state distribuite in azienda perché commissionate dall’azienda e nel suo interesse….. Ne ho sentite di tutti i colori. Come Marco Tronchetti Provera che nega di aver mai avuto conti all’estero, come se non sapessi che per lo meno fino al 2006 i suoi conti erano a Montecarlo.” Giuliano Tavaroli 21.07.2008

Se qualcuno volesse approfondire:

Puntata di Report del 25.03.2007  “Telecom: debiti e spie” di Sigfrido Ranucci

L’intervista di Tronchetti Provera a “che tempo che fa”

Wikipedia: Lo scandalo Telecom Sismi

….dicono che le televisioni sono controllate dalla nostra parte politica, ma è esattamente vero il contrario….La terza rete Rai è una macchina da guerra contro di me e anche le mie televisioni remano contro. Per quanto riguarda i telegiornali c’è solo un tg, che fa l’8%, quello di Emilio Fede, che sostiene apertamente il Governo, ma lo fa in maniera piana, senza attaccare e insolentire gli altri….

Silvio Berlusconi 27.01.2006

Venerdì scorso (21.11.08 NdA) è stato presentato lo studio dell’osservatorio di Pavia intitolato “La sicurezza in Italia: significati, immagine e realtà” che analizza la percezione di sicurezza della popolazione in relazione ai mezzi di informazione, in particolare alla televisione. Nella prima parte, alla domanda: “Secondo lei c’è maggiore o minore criminalità in Italia rispetto a 5 anni fa? ” l’ 81% risponde che la criminalità è cresciuta, ma alla richiesta : “Secondo lei c’è maggiore o minore criminalità nella zona in cui vive rispetto a 5 anni fa? ” solo il 39% degli intervistati risponde maggiore. Infatti l’opinione pubblica, e quindi la percezione di sicurezza, non è generata soltanto dal contesto in cui si vive ma, soprattutto, dalle notizie che si apprendono dai mezzi di comunicatione.

Figura 1
Figura 1

Nella seconda parte si analizza poi più in dettaglio il rapporto tra sicurezza percepita e notizie diffuse dalle televisioni. Andando a guardare la figura 1 (click per ingrandire)  si nota subito come nel periodo del governo Prodi, nonostante il calo del numero dei reati, le sei reti nazionali abbiano dedicato molto spazio alla cronaca generando un crescente senso di insicurezza nella popolazione (linea beige in centro), e come queste siano calate nel periodo immediatamente precedente le elezioni.

Figura 2

Figura 2

La figura 2 è però molto più inquietante. Infatti l’andamento delle notizie di cronaca, comparato tra Rai e Mediaset, mostra come i palinsesti siano perfettamente paralleli, indice inequivocabile di come viene vissuta la concorrenza televisiva in Italia. I casi sono due o rai e mediaset si copiano i telegiornali perchè non riescono a trovare argomenti nuovi di cui parlare o, caso ben più grave, la linea editoriale dei telegiornali è “suggerita” da un unica regia. E questa non ha certo favorito il centrosinistra nelle ultime elezioni, nonostante quella “macchina da guerra” di Rai3.

Per chiunque volesse approfondire:   La sicurezza in Italia: significati, immagine e realtà

I BUONI PROPOSITI – Volendo provare a vestire i panni dell’avvocato difensore del Ministro Gelmini, sono andato a spulciare sul sito istituzionale del Ministero della Pubblica Istruzione, sicuro che ivi avrei trovato documentazione a sostegno della tesi governativa sugli sprechi nelle università pubbliche. Dopo essermi districato tra inutili comunicati di mera propaganda politica, stavo per arrendermi, quando ad un tratto mi cade l’occhio su di una relazione del 2007 chiamata “L’università in cifre”. Inizio a leggerla e la mia delusione è amarissima: i dati non mi sono granchè utili nella difesa del mio onorevole assistito

Spesa pubblica per l'universita' in rapporto al PIL ed per studente

LA DURA REALTA’ – Subito nelle prime due pagine si legge che, a parità di potere di acquisto, l’Italia ha investimenti per studente decisamente inferiori alla media (vedi figura 1). A pagina 6 di 98 perdo ogni speranza quando leggo che le spese per il personale non superano il 60% del totale (la Gelmini diceva il 97%!). Cito la relazione:

Figura 2

Le spese di personale costituiscono la parte più rilevante delle uscite delle università statali (59,5%)
e sono sensibilmente superiori alle altre spese di funzionamento (31,7%).
Anche nelle università non statali costituiscono le spese di maggior rilievo (48,6%), ma in questo caso
le altre spese correnti risultano incidere in misura proporzionalmente più elevata che nelle università statali (38,4%).

Il rapporto fa notare inoltre che il numero di studenti per docente è sensibilmente superiore alla media OCSE (Figura 3) anche se si evidenzia una certa mal distribuzione dei frequentanti nelle diverse facoltà. La relazione spazia poi ancora dai contratti  per i docenti fino alla tipologia e distribuzione degli studenti e può offrire, ad un’analisi più attenta, molte altre informazioni di carattere economico ma anche sociale sullo stato dei nostri atenei. Il mio consiglio al ministro, dimettendomi da suo difensore, è di prestare più attenzione nel fare dichiarazioni che si possono smentire dal suo sito istituzionale.scuolastat2

Per ingrandire le immagini cliccateci sopra.

Ci sono nazioni in cui il conflitto di interessi in politica  crea degli “imbarazzi” verso l’elettorato. E’ il caso degli Stati Uniti d’America dove il neopresidente Obama ha proposto a Hillary Clinton il posto di segretario di stato, non senza però prima vagliare attentamente la sua posizione e quella di suo marito Bill, per scongiurare eventuali conflitti d’interessi.

…..The decision followed days of intense vetting and negotiations intended to clear any potential obstacles to her taking the job due to her husband’s global business and philanthropic activities. Lawyers for Mr. Obama and former President Bill Clinton combed through his finances and drew up a set of guidelines for his future activities intended to avoid any appearances of conflict of interest should she take the job.

E non é finita qui: Obama ha anche preteso che il marito Clinton accetti  delle restrizioni al suo ruolo all’interno della fondazione internazionale cui è a capo e che comunichi, in barba a qualunque privacy, tutti i nomi dei 208.000 donatori della fondazione

.…People close to the vetting said Mr. Clinton turned over the names of 208,000 donors to his foundation and library and agreed to all of the conditions requested by Mr. Obama’s transition team, including restrictions on his future paid speeches and role at his international foundation.

Vi immaginate se la stessa richiesta fosse fatta a Berlusconi o a molti altri (per non dire tutti) parlamentari nostrani cosa succederebbe? probabilmente si griderebbe al bolscevismo o si direbbe che il conflitto di interessi è un problema superato e che gli Italiani oggi  hanno ben altro a cui pensare. Pensino, pensino pure e intanto l’italia continua a reggersi su di uno scambio di favori tra gli amici degli amici, con buona pace di tutti gli altri.

Fonte: New York Times


Etica e Legge

www.senato.it)

La copia anastatica della Costituzione firmata il 27 dicembre 1947 (fonte: http://www.senato.it)

LA VICENDA e GLI AVVOLTOI – Si è tanto parlato in questi giorni del caso di Eluana Englaro e delle norme, a detta di molti mancanti, che dovrebbero stabilire il confine tra libertà di scelta dell’individuo, etica scientifica e morale comune.

Abbiamo assistito su tutti i media a prese di posizione “integraliste” (da ambo le parti, cattolici e non) atte solo a strumentalizzare il dolore della vicenda umana col fine di portare consensi alla propria fazione. A queste, poi, va aggiunto tutto quel coro ipocrita di persone che si ostinano nel proclamare la loro indignazione verso lo “sfruttamento” di questa vicenda umana, per poi montare interi servizi giornalistici o  trasmissioni dedicati al caso in questione (del resto il reality più vero, che non passa mai di moda è la vita e, più è cruda e dolorosa, più fa audience).

Ahimè anch’io spenderò qualche goccia di inchiostro (virtuale), ma non per entrare nel merito della vicenda specifica ne, tanto meno, per dare una mia opinione etica, ma  per mostrare nella maniera più imparziale possibile la legislazione italiana in materia.

LA LEGGE SOVRANA – Da questo grande circo di pseudoesperti e similopinionisti è spesso sorta l’impressione che in Italia vi sia un vuoto normativo riguardo alle vicende come quella di Eluana. La legge effettivamente non dice nulla circa testamenti o similari ma è chiarissima per quanto riguarda i diritti e le libertà dell’individuo, specie in campo medico-scientifico. Questi, infatti, sono tutelati dagli articoli 2 ,13, 32 e dalla convenzione europea per la protezione dei diritti dell’uomo e della dignita’ dell’essere umano riguardo all’applicazione della biologia e della medicina, più nota col nome di Convenzione di Oviedo.

LA CONVENZIONE di OVIEDO – La convenzione fu stipulata ad Oviedo in Spagna da tutti i rappresentanti esperti in campo bioetico appartenenti ai vari paesi del’unione europea, Italia compresa, dopo un intenso dibattito al fine di trovare una posizione comune priva di ideologie o moralismi sui problemi bioetici. Il trattato spazia dalla genetica alla ricerca fino alla sperimentazione umana e ai diritti del malato.Essendo un trattato l’Italia deve ratificarlo e convertirlo in legge. La legge n. 145 del 2001 autorizza il Presidente della Repubblica a ratificare la Convenzione, ma la ratifica non è ancora depositata presso il Consiglio d’Europa non essendo stati emanati i decreti legislativi previsti per l’adattamento dell’ordinamento italiano. In Sostanza abbiamo firmato un trattato che ci impegna a seguire certe norme che però non siamo ancora riusciti a scrivere!

Analizziamo ora alcuni degli articoli del trattato particolarmente inerenti alla situazione:

Art. 2   – Primato dell’essere umano. L’interesse e il bene dell’essere umano debbono prevalere sul solo interesse della società o della scienza.

Art. 5   – Il Consenso. Regola generale: Un intervento (compresa la ricerca) nel campo della salute non può essere effettuato se non dopo che la persona interessata abbia dato consenso libero e informato.
Questa persona riceve innanzitutto una informazione adeguata sullo scopo e sulla natura dell’intervento e sulle sue conseguenze e i suoi rischi. La persona interessata può, in qualsiasi momento, liberamente ritirare il proprio consenso.

Qui è espresso uno dei concetti più importanti: il consenso informato: chiunque ha il diritto di accettare o rifiutare cure mediche (o analisi) se lo fa liberamente e se è correttamente informato dei rischi dell’intervento

Le persone che non hanno facoltà di intendere e di volere sono tutelate dalla articolo 6 :

Articolo 6 – Protezione delle persone che non hanno la capacità di dare consenso:

3. Allorquando, secondo la legge, un maggiorenne, a causa di un handicap mentale, di una malattia o per un motivo similare, non ha la capacità di dare consenso ad un intervento, questo non può essere effettuato senza l’autorizzazione del suo rappresentante, di un’autorità o di una persona o di un organo designato dalla legge. La persona interessata deve nei limiti del possibile essere associata alla procedura di autorizzazione.

4. Il rappresentante, l’autorità, la persona o l’organo menzionati ai paragrafi 2 e 3 ricevono, alle stesse condizioni, l’informazione menzionata all’articolo 5.

Quindi la norma è chiara: in caso di incoscienza il tutore legale deve decidere al posto del malato cercando comunque di rispettare la sua (del paziente) volontà.

CONCLUSIONI – Si sono spese migliaia di parole per intrattenere il pubblico e per indirizzarlo verso questa o quell’altra posizione, ma come abbiamo visto la costituzione italiana ed il diritto europeo tutelano ampiamente la libertà di scelta del malato e sanciscono inequivocabilmente il diritto di ciascuno di disporre o meno di cure sanitarie a seconda della propria etica, morale e fede religiosa. Se proprio vogliamo trovare qualcosa di cui discutere, parliamo della lentezza di uno stato che in sette anni non è riuscito è trasformare in legge le direttive europee in materia; che, come avete potuto leggere, non lasciano spazio a grandi interpretazioni, e che noi abbiamo comunque sottoscritto e firmato.

LINK:

La convenzione di oviedo in Italiano

La Costituzione italiana